Colpo di sonno alla guida: perché capita, come evitarlo

Chiudere gli occhi, per un tempo brevissimo. Sul divano davanti alla TV non è un problema, ma al volante… Viaggiando a 100 km/h bastano 3/5 secondi per percorrere più di 100 metri, senza alcun controllo. Il colpo di sonno alla guida provoca incidenti molto gravi con elevato rischio di mortalità: completamente incosciente, il conducente non è in grado di rendersi conto del pericolo e reagire, almeno per limitare i danni.

Il rischio riguarda tutti, anche il guidatore in buona salute e riposato. Perché si arriva al colpo di sonno? Lo spiega una ricerca del Royal Melbourne Institute of Technology, in Australia. La “colpa” è delle vibrazioni a bassa frequenza del motore che, propagandosi a tutta la scocca, influiscono sul sistema nervoso autonomo che controlla le funzioni dell’organismo a riposo. I ricercatori hanno replicato nel simulatore un viaggio in autostrada, con due gruppi di volontari. Diversa la frequenza delle vibrazioni. Nel simulatore che vibrava alla frequenza del motore, i “guidatori” hanno avvertito i primi segnali di sonnolenza già dopo 15 minuti. Dopo 30 minuti sono diventati evidenti e hanno raggiunto il picco dopo 60 minuti.

I segnali più comuni li conosciamo tutti: palpebre pesanti, occhi che bruciano, irritabilità, sensazione di freddo, difficoltà a mantenere velocità e corsia di marcia. È importante non sottovalutarli: il colpo di sonno potrebbe essere vicino. Se riconosciamo qualcuno di questi segnali fermiamoci immediatamente per riposare. Non più di 20/30 minuti – raccomanda la commissione “Sonnolenza, sicurezza e trasporti” dell’AIMS – per evitare di raggiungere la fase profonda del sonno. Altri sistemi (caffè, aria fresca, musica…) aiutano solo per breve tempo.  

Come prevenire il colpo di sonnoalla guida? Alcune indicazioni. Evitare le fasce orarie più problematiche, quelle in cui siamo biologicamente predisposti al riposo: in generale, tra le 2 e le 5 del mattino e tra le 13 e le 15 del pomeriggio. Partire riposati, specialmente se ci aspetta un lungo viaggio. Evitare pasti troppo abbondanti escludendo ogni bevanda alcolica. Usare i farmaci con prudenza, verificando che non provochino effetti sulla capacità di concentrazione. 

Guidare di notte

Chi ama guidare spesso cambia idea se si tratta di mettersi al volante con il buio. Dal sondaggio di una casa automobilistica, che ha coinvolto migliaia di conducenti europei, risulta che l’81%  degli intervistati teme particolarmente guidare nelle ore notturne. Più della metà dichiara che la poca visibilità è fonte di stress, e più di un terzo è spaventato dalla possibilità di essere coinvolto in un incidente.

Guidare di notte non è così spaventoso, ma è vero che la guida notturna richiede particolare cautela. La visibilità è ridotta, è più difficile individuare eventuali ostacoli. Ed è più difficile anche  valutare distanza di sicurezza e velocità, così come intuire raggi e angolo delle curve. In più, il corpo tende istintivamente a rilassarsi e “rallentare” nelle ore che normalmente dedichiamo al riposo; i tempi di reazione dunque si allungano.

Come prepararci a guidare di notte?  La prima cosa da fare – sembra scontato? – è controllare i fari anteriori, abbaglianti e anabbaglianti. Stessa attenzione va riservata ai fari posteriori, alle frecce e ai fari fendinebbia. Da ricordare sempre che gli abbaglianti NON si usano quando si incrociano altri veicoli o quando si è a poca distanza dal veicolo che ci precede.

Evitiamo i cibi un po’ pesanti e, come sempre prima di guidare, gli alcolici. Se durante il viaggio ci sentiamo stanchi o insonnoliti, meglio fermarsi e riposare. Caffè, musica ad alto volume e aria fresca non bastano.

Anche se di notte il traffico è ridotto, attenzione alla velocità! È indispensabile non superare i limiti imposti, ma è ancora meglio viaggiare leggermente al di sotto, in modo da avere un po’ più di tempo per reagire ad eventuali imprevisti. Per consigli e suggerimenti utili consultate il nostro manuale Sicuri al volante, disponibile in versione cartacea su Amazon e in versione eBook e cartacea su Lulu.

La guida notturna

Meno traffico, più velocità. Chi approfitta del traffico ridotto delle ore notturne per aumentare la velocità commette invece un errore grave. Anche se di notte circolano meno veicoli, gli incidenti avvenute nelle ore notturne provocano – con riferimento all’Europa – dal 35 al 50% delle vittime della strada.

La guida notturna richiede particolare cautela. La visibilità è ridotta. Il buio rende più difficoltoso valutare distanza di sicurezza e velocità, intuire la tipologia di curva, individuare eventuali ostacoli. In più, nelle ore abitualmente dedicate al sonno il nostro corpo tende istintivamente a rilassarsi e”rallentare”, con la conseguenza di rendere più lente le reazioni.

E non è il solo problema fisico che incontriamo. Con il buio, la messa a fuoco dell’occhio tende a rimanere fissa sul limite del cono di luce dei fanali; per evitare l’inconveniente alterniamo anabbaglianti e abbaglianti, ovviamente non se stiamo incrociando un altro veicolo. Se arriva un’auto in senso opposto al nostro, evitiamo di fissarne i fari e spostiamo lo sguardo verso il basso, lungo la linea bianca al limite della carreggiata. La luce dell’abitacolo deve essere spenta: la luce accesa provoca una parziale chiusura della pupilla, che rende più difficle percepire quello che accede all’esterno dell’auto.

Come fare per ridurre i rischi? Qualche consiglio. Sembra banale, ma è importante: verifica che fari e luci di posizione siano puliti e funzionanti. Guida ad una velocità che ti consenta di fermarti nel tratto di strada illuminato dai fari. Modera la velocità nel passaggio da zone illiminate a zone buie, per dare tempo agli occhi di adattarsi. E infine, una tecnica da guida difensiva: utilizza le luci delle vetture che ti precedono per ircavre informazioni sull’andamento del percorso.