Corsia di emergenza

La tentazione di utilizzare quella corsia libera di fianco alla carreggiata è forte, ma no. La corsia di emergenza non serve per scalare un po’ di posizioni in caso di code o ingorghi. O per correre un po’, se il traffico è lento.  Su quelle corsie «è vietato circolare se non per arrestarsi o riprendere la marcia» prescrive il  Codice della Strada, perché  – art 3 – sono «destinate alle soste di emergenza, al transito dei veicoli di soccorso ed, eccezionalmente, al movimento dei pedoni, nei casi in cui sia ammessa la circolazione degli stessi». Quindi se l’auto è in avaria, per un malessere del conducente o di un passeggero, per il passaggio di ambulanze o delle forze dell’ordine, con la sirena in funzione.  Unica eccezione ammessa: per raggiungere la più vicina uscita autostradale in caso di ingorgo, ma solo se dista meno di 500 metri.

Vediamo alcuni dei comportamenti consentiti e vietati dal Codice della Strada. In corsia di emergenza:

La sosta deve limitarsi al tempo strettamente necessario per superare l’emergenza stessa e non deve, comunque, superare le tre ore. Decorso tale termine, il veicolo può essere rimosso coattivamente.

Durante la sosta e la fermata di notte o in caso di visibilità limitata, devono sempre essere tenute accese le luci di posizione. Se risultano inefficienti si deve ricorrere al triangolo, collocato almeno 100 metri prima del veicolo. E il triangolo è obbligatorio, sempre a 100 metri, anche se il guasto rende impossibile spostare il veicolo sulla corsia di emergenza o sulla piazzola di sosta o se queste mancano. Il Codice non lo dice, ma meglio usare anche le quattro frecce.

È consentito il transito dei pedoni solo per raggiungere i punti per le richieste di soccorso. Prima di scendere dal veicolo, è obbligatorio indossare i giubbini catarinfrangenti omologati con marchio CE (che è obbligatorio avere a bordo!).

È vietato effettuare la retromarcia, anche sulle corsie per la sosta di emergenza, fatta eccezione per le manovre necessarie nelle aree di servizio o di parcheggio

Tutte le regole che riguardano la circolazione su autostrade e strade extraurbane si trovano elencate negli artt. 175 e 176, insieme alle sanzioni relative: multe e perdita dei punti patente. “Furbetti della corsia di emergenza”, date un’occhiata.

Incidenti stradali e infrazioni: bilancio 2021

La Polizia di Stato ha tirato le somme su incidenti stradali e infrazioni nell’anno da poco concluso. Le cifre sono tutte in crescita, anche se il confronto tra il 2020 e il 2021 non è del tutto significativo. I dati del 2020, infatti, hanno decisamente risentito dello stop imposto alla mobilità a causa della pandemia da Covid 19. Tuttavia, il bilancio è abbastanza pesante.

Nel 2021 si sono verificati 64.162 incidenti stradali, il 26,7% in più rispetto al 2020. Gli incidenti mortali sono stati 1.238 e le vittime 1.313, anche qui con numeri in aumento rispetto all’anno precedente. Non è un problema solo italiano: «Migliaia di vite potrebbero essere salvate nell’UE ogni anno – ha dichiarato Ellen Townsend di European Transport Safety Council – se i conducenti si attenessero alle regole in vigore sulla guida in stato di ebbrezza, l’eccesso di velocità, l’uso della cintura di sicurezza e dei telefoni cellulari. Una corretta applicazione è di fondamentale importanza».

Ma torniamo in Italia. Le numerose campagne di sensibilizzazione sulla sicurezza stradale non hanno ancora centrato il bersaglio.  Anche da noi, incidenti stradali e infrazioni sono molto spesso legati alle cause evidenziate dalla responsabile europea. I dati certificano a dicembre 2021 un 15% di infrazioni legate a un utilizzo irresponsabile dello smartphone, con un aumento del 5,8% rispetto all’anno precedente. Anche l’eccesso di velocità si conferma un grosso fattore di rischio: infrazioni cresciute del 7%. L’aumento per i casi di guida in stato di ebrezza arriva invece al 9%.

Non manca però una nota positiva, che vogliamo segnalare. Il rapporto della Polizia Stradale segnala che si è ridotto il numero di persone fermate al volante sotto l’influenza di stupefacenti (-3,5%), così come il numero di patenti sospese o revocate (- 5,8%).

Chiudiamo con un’esortazione alla prudenza e al rispetto delle regole. La sicurezza sulla strada è nelle nostra mani!

Monopattino, primi bilanci

Tra le nuove forme di “mobilità dolce” che si stanno diffondendo anche in seguito all’emergenza pandemica c’è sicuramente il monopattino. Autorizzato a circolare sulle strade da giugno 2019, è un mezzo di trasporto utile per piccoli spostamenti urbani ma che può rivelarsi pericoloso.

Vediamo alcuni dati. L’Osservatorio Monopattini dell’ ASAPS (Associazione Sostenitori e Amici della Polizia Stradale) ha raccolto dati sugli incidenti che hanno coinvolto monopattini nel primo quadrimestre 2021. In totale, si sono registrati 46 incidenti con 44 persone ferite e 2 decessi, una giovane donna e un’anziana travolta – mentre camminava – da un gruppo di monopattinisti. Un’ultimo numero: delle persone ferite, ben 18 sono finite in prognosi riservata.

Cuasa principale degli incidenti, il mancato rispetto della precedenza. A seguire, le cadute autonome (occhio alla velocità!) e gli scontri laterali. Questa nuova forma di mobilità richiede quindi prudenza e rispetto delle regole del Codice della Strada, per la propria e l’altrui incolumità.

Da questa considerazione è nata l’iniziativa di CNEL, Polizia di Stato e Ministero dell’Istruzione: un video educational rivolto agli studenti delle scuole secondarie di primo e secondo grado, grandi utilizzatori di questo nuovo mezzo di trasporto. Nel video, una piccola storia che aiuta a riflettere e una sintesi chiara ed efficace – a cura della Polizia Stradale – della normativa in vigore. 

Il video verrà diffuso sui canali RAI e inserito – da settembre – sulla piattaforma EDUSTRADA come parte dell’offerta formativa del ministero dell’Istruzione per l’anno scolastico 2021-2022. Nell’attesa aggiungiamo il nostro personale invito: alla guida, anche di un monopattino, mai dimenticare attenzione, conoscenza e rispetto delle regole, prudenza. 

Il video è disponibile sul sito della Polizia di Stato, vuoi vederlo? Clicca qui: video 

 

Si può guidare con le infradito?

Abiti leggeri, occhiali da sole e scarpe aperte. Con l’arrivo del caldo il nostro abbigliamento si adegua, ma indossare sandali,  zoccoli o infradito è una buona idea se dobbiamo guidare? E quali sono i rischi?

Il vecchio Codice della Strada vietava espressamente la guida con questo tipo di scarpe o a piedi scalzi, ma dal 1993 questa norma non esiste più. È tutto demandato al nostro buon senso? Non proprio. Il problema multe è superato, ma c’è un’altra norma alla quale dobbiamo prestare attenzione. L’art, 141 del Codice prevede che «Il conducente deve sempre conservare il controllo del proprio veicolo ed essere in grado di compiere tutte le manovre necessarie, in condizione di sicurezza in modo da garantire la tempestiva frenata del mezzo…». E sul sito della Polizia di Stato si legge che «il conducente deve autodisciplinarsi nella scelta dell’abbigliamento e degli accessori al fine di garantire un’efficace azione di guida con i piedi (accelerazione, frenata, uso della frizione)»

È possibile che un eventuale cattivo controllo del mezzo venga attribuito (anche) all’utilizzo di una calzatura non idonea, quindi. In caso di incidente, la Polizia può indicare nel verbale che uno dei conducenti guidava con le infradito, con zoccoli di legno o a piedi nudi. Qui si inserisce l’incognita dell’assicurazione auto. In fase di liquidazione dei danni, l’assicurazione potrebbe utilizzare tale circostanza per sostenere il concorso di colpa e limitare o respingere la richiesta di risarcimento. 

Ricapitolando: la legge non lo vieta, la Polizia di Stato lo sconsiglia, l’assicurazione ne approfitta. Ma in ogni caso, guidare con calzature non adatte non è sicuro! Il piede può sfilarsi facilmente dal sandalo senza lacci, l’infradito può restare incastrata sotto il pedale, la suola di legno riduce molto la sensibilità di guida. E aggiungiamo anche i tacchi alti, che – vale anche per le scarpe invernali – rendono difficile l’appoggio del tallone e limitano la capacità di pressione sui pedali.

In conclusione, meglio tenere in auto un paio di scarpe chiuse adatte alla guida. E una volta arrivati a destinazione, via allo stile!